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“Questi giornalisti rifiutano di essere ridotti al silenzio e continuano ad alzare la voce contro abusi di potere, corruzione ed altri reati”, ha affermato Christophe Deloire, segretario generale RSF

Di Alice Elizabeth Taylor (The Shift News); traduzione a cura di Francesca Rizzo

Reporters Sans Frontieres, l’organizzazione internazionale a tutela della libertà di stampa, ha annunciato i nomi dei candidati ai Press Freedom Awards, in vista della cerimonia che si svolgerà a Berlino il 12 settembre prossimo.

La fondatrice e redattrice di The Shift, Caroline Muscat, è stata selezionata per il lavoro di contrasto alla corruzione svolto con The Shift News, “nonostante enormi pressioni”.

Ogni anno, il premio per la libertà di stampa assegnato da RSF rende onore a giornalisti considerati coraggiosi, indipendenti, ed il cui lavoro ha avuto un grande impatto. I candidati comprendono giornalisti e organi di stampa provenienti da 12 Paesi, selezionati per tre diverse categorie internazionali: “Indipendenza”, “Impatto”, “Coraggio”.

Christophe Deloire, segretario generale  dell’organizzazione, ha elogiato i candidati, che a causa del loro lavoro sono sottoposti a costanti minacce, eppure rifiutano di essere zittiti, continuando anzi ad “alzare la voce contro abusi di potere, corruzione ed altri reati”.

“Anziché demoralizzarci, le situazioni difficili che i giornalisti affrontano ci ispirano con la volontà di attuare il cambiamento. Il coraggio nel perseguire gli ideali del giornalismo è una straordinaria forza motivante per tutti coloro che vogliono indirizzare le sfide più importanti per il genere umano”, ha aggiunto Deloire.

RSF ha spiegato che i vincitori saranno scelti da una giuria che comprende il Comitato emerito internazionale e i presidenti di tutte le sezioni dell’organizzazione.

Oltre a Caroline Muscat, per la categoria “Indipendenza” sono stati selezionati il più longevo quotidiano cartaceo del Pakistan, Dawn, l’unico a resistere al governo militare e ad un divieto di distribuzione nel 2018; il giornalista camerunense Amadou Vamoulké ed il portale investigativo Confidencial, con sede in Nicaragua.

Il giornalista investigativo italiano Paolo Borrometi e la brasiliana Lola Aronovich sono stati selezionati per il premio al “Coraggio”, insieme al russo Igor Rudnikov, che ha fondato il giornale Kolesa ed è stato più volte minacciato, e persino arrestato, per il suo lavoro sulla corruzione. Anche la blogger saudita Eman Al-Nafjan è stata nominata, in particolare per la sua campagna sul diritto delle donne di guidare.

I nominati della categoria “Impatto” includono la giornalista ed attivista LGBT vietnamita Pham Doan Trang, che è stata picchiata e carcerata arbitrariamente per il suo lavoro; il Network dei Giornalisti Sudanesi, per aver denunciato le violazioni della libertà di stampa e l’arresto di alcuni giornalisti; il fotogiornalista cinese Lu Guang, che ha pubblicato immagini di problemi sociali ed ambientali del suo Paese: Guang è stato arrestato l’anno scorso, mentre era in Cina, e da allora non è stato più visto.

Tra i vincitori delle precedenti edizioni del Press Freedom Awards, il defunto dissidente cinese Liu Xiaobo, il blogger saudita detenuto Raif Badawi, il giornale turco Cumhuriyet e Matthew Caruana Galizia, che ha vinto nella categoria “Impatto”.

Premio al Coraggio

Igor Rudnikov (Russia)
Eman Al-Nafjan (Saudi Arabia)
Paolo Borrometi (Italy)
Lola Aronovich (Brazil)

Premio all’Indipendenza

Caroline Muscat (Malta)
Dawn (Pakistan)
Amadou Vamoulké (Cameroon)
Confidencial (Nicaragua)

Premio all’Impatto

Bihus.info (Ukraine)
Pham Doan Trang (Vietnam)
Sudanese Journalists Network (Sudan)
Lu Guang (China)

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